Lo Scomodino - Trimestrale
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Il focus di questi tre mesi è:
“IL SUONO DELLA SCRITTURA”
Nel corso degli Scomodini precedenti la nostra attenzione si è concentrata sulla forma della scrittura. Nel mio continuo riflettere sull’editoria per bambini e nel dialogo costante con le mie lettrici, mi sono interrogata su cosa sia davvero per chi legge la forma.
Così questa estate mi sono messa a leggere molti libri tra saggi e romanzi. Tra i tanti pensieri che sono affiorati nella mia mente, uno tra tutti ha iniziato ad interessarmi con maggiore costanza: la forma della scrittura non è una forma.
Può sembrare un’affermazione ossimorica e credo che in parte lo sia, ma di fatto più leggevo più mi sembrava chiaro che ciò che noi possiamo percepire della scrittura non è qualcosa di tangibile. Esistono e sono autorevoli gli studi di narratologia: possiamo imparare a capire se il narratore scrive in prima o in terza persona, se il periodare è paratattico o ricco di subordinate, se c’è invenzione poetica, ma in fin dei conti qualcosa sfugge sempre. Ragion per cui spesso si criticano le scuole di scrittura: si può insegnare a scrivere? In parte sì, se ci riferiamo alla forma in quanto tale, ma saper scrivere davvero rimane un talento inafferrabile.
Possiamo guardare due ginnaste sulla trave compiere lo stesso esercizio senza commettere errori: eppure una ci farà spalancare la bocca e l’altra no. Che cosa cambia? La qualità del gesto, il modo in cui ogni singolo muscolo si concerta con l’altro per dipingere un gesto atletico raffinato e leggero o di contro, meramente tecnico.
Anche la scrittura è un gesto, ma quel gesto ci rimane celato. Si compie nella solitudine di una stanza, a tu per tu con un foglio o con lo schermo di un pc. È un gesto del pensiero. Quello che a noi resta e che abbiamo la fortuna di leggere non è più un gesto, ma il suono delle parole. Qualcosa mentre leggiamo, di quella forma scritta, si articola nelle nostre orecchie, disegna un pentagramma e risuona la nostra anima.
La forma nella sua parte intangibile è suono. Allenare il nostro orecchio al suono della scrittura significa immergersi nel mistero della forma. Una forma che si esprime nella luce delle parole – ciò che di loro vediamo e quindi leggiamo – e contemporaneamente nel loro cono d’ombra.
Non dicono esattamente le stesse cose le parole di Daniele del Giudice nel suo saggio postumo “Del narrare”, ma mi hanno ispirata:
“Nominare, descrivere […] è come fare un piccolo cono di luce, che porta immediatamente con sé una parte d’ombra, l’ombra di ogni parola. E’ lì che passa il rapporto tra scrittore e lettore, è lì che lavora il lettore, esattamente nella zona d’ombra che accompagna ogni parola, ed è lì che passano le cose più importanti della narrazione, ciò che si sottrae al progetto, alla consapevolezza, ciò che si sottrae al disegno e alla ricerca dell’effetto.”
Qualcosa della scrittura si nasconde a noi, e ci invita a cercare l’abisso che ci sfugge, non con gli occhi, con il razionale, ma con l’orecchio: attraversare l’ombra seguendo il suono della scrittura per imparare a carpirne il mistero e la bellezza, abbandonandosi ad esse. L’ordito di un testo lo si ascolta.
È come se la scrittura ci invitasse ad ascoltare più che a capire, a diventare sensibili all’invisibile che sempre accade quando siamo davanti ad un’opera letteraria. Il lettore e il testo sono in ascolto reciproco. Il testo ha un orecchio e il lettore pure.
Leggeremo insieme molta narrativa e cercheremo di essere onesti nei confronti della letteratura per l’infanzia, cercando di capire in quali sue forme si cela il suono della scrittura e in quali invece è altro a cui dobbiamo fare appello per comprenderne la qualità letteraria. Scopriremo che non sempre si può parlare di forma letteraria perfino nei libri più riusciti, che alcuni libri si ascoltano attraverso le immagini, mentre altri sono singole note che l’adulto e il bambino in modi tra loro differenti, inseriscono poi in un sistema armonico più ampio che li riguarda o che riguarda una loro visione d’infanzia.
Sarà uno Scomodino avvincente, nuovissimo e dirompente nei suoi contenuti, diverso da tutti gli studi e i saggi che avete letto fino ad ora.
Ti aspetto!
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